Le lavoratrici e i lavoratori del trasporto pubblico locale dell’Umbria si preparano alla sesta azione di sciopero: braccia incrociate mercoledì 7 giugno 2023 (e non giovedì 1 giugno come originariamente previsto, per decisione del garante degli scioperi). “Ormai in giunta e in consiglio regionale sembra che il problema sia passato in sordina – spiegano Filt Cgil e Faisa Cisal, i sindacati che sin dall’inizio hanno contrastato con nettezza il progetto di divisione in quattro lotti del Tpl portato avanti dall’assessore ai Trasporti Enrico Melasecche – ma per noi non lo è. Non possiamo attendere gli effetti nefasti di scelte calate dall’alto, restando con le mani in mano”.
Forti dell’adesione sempre massiccia da parte dei lavoratori alle precedenti giornate di sciopero, Filt Cgil e Faisa Cisal tornano dunque a chiedere alle istituzioni di “uscire dal silenzio che è calato intorno all’operazione e che preoccupa fortemente i lavoratori”. Un silenzio “su una partita da circa 60 milioni di euro che la politica vuole gestire in completa autonomia, senza il coinvolgimento dei lavoratori e dei loro rappresentanti. Perché?”, si chiedono i due sindacati.
La preoccupazione di Filt e Faisa, come noto, è che lo spacchettamento del servizio possa generare la perdita di molti posti di lavoro, nuova precarietà e disservizi per l’utenza, specie delle zone più isolate della regione. “I lavoratori del trasporto pubblico locale non si fidano più di questa politica e il 7 giugno lo dimostreranno con l’ennesimo sciopero, unico strumento nelle loro mani per richiamare la politica alle proprie responsabilità e pretendere di essere ascoltati”.