Home Cronaca Ultraleggero precipitato a Solomeo, disperata manovra per evitare le case

Ultraleggero precipitato a Solomeo, disperata manovra per evitare le case

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La procura di Perugia ha aperto un’inchiesta a carico di ignoti  per chiarire la dinamica dell’accaduto

La Procura della Repubblica di Perugia ha aperto un’indagine per arrivare a comprendere con precisione quali sono state le cause della caduta dell’ultraleggero precipitato a Solomeo lunedì 17 giugno e che ha causato la morte di Francesco Conestabile della Staffa, 41 anni, e di Massimiliano Mancini, di 57, deceduti sul colpo per lo schianto del velivolo in cui stavano viaggiando.
La Procura di Perugia ha aperto un fascicolo che ipotizza i reati di disastro aereo e omicidio colposo contro ignoti, potendo dare così corso agli accertamenti tecnici sui resti del velivolo e quelli medico legali sulle salme dei due esperti piloti.
Queste le ipotesi di reato su cui stanno lavorando al momento la Procura e la Polizia.

Ricostruiti intanto gli ultimi momenti della tragedia. A detta di alcuni testimoni, il velivolo prima di schiantarsi a terra ha fatto una disperata virata a novanta gradi, presumibilmente, per evitare di andare a finire sulla collinetta di San Mariano e non andare a finire sulle case, ma non è riuscita a scongiurare lo schianto.
Poi l’impatto con alcuni alberi che ha fatto impennare l’ultraleggero, caduto di schianto sul campo lungo la strada che porta a Solomeo. Per Massimiliano Mancini, Mimmo e Francesco Conestabile della Staffa non c’è stato scampo.
Quando sono arrivati i soccorsi i due uomini erano già deceduti.

L’ultraleggero era partito intorno alle 19.30 dall’aviosuperficie di Montemelino, nel comune di Magione, a pochi chilometri di distanza.

L’ipotesi prevalente per spiegare l’incidente sembra essere quella del guasto tecnico.

Le autopsie potrebbero, invece, accertare se a bordo è successo qualcosa di anomalo. Se, per esempio, uno dei due abbia avuto un malore.