Caos in aula dopo la lettura della sentenza. Molti parenti hanno urlato e contestato la decisione del giudice
Venticinque assoluzioni con formula piena e cinque condanne per la strage dell’Hotel Rigopiano.
Fra i condannati due anni e otto mesi sono stati inflitti al sindaco di Farindola (Pescara), Ilario Lacchetta per omissione dell’ordinanza di sgombero dell’albergo.
L’accusa aveva chiesto per Lacchetta, sindaco attuale e all’epoca del disastro, 11 anni e 4 mesi.
Assolti l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo e, l’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco.
Dal processo escono, secondo la sentenza, anche completamente le responsabilità della Prefettura e della Regione in capo ai soccorsi e ai presunti depistaggi.
Questa la sentenza di condanna pronunciata dal gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, per la tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto, il 18 gennaio 2017, da una valanga, evento in cui morirono 29 persone fra ospiti e dipendenti.
Tra le vittime anche un umbro. Le vittime tra i lavoratori dell’albergo sono il proprietario Roberto Del Rosso, 53enne, Alessandro Giancaterino, 42enne del posto; Alessandro Riccetti, 33enne di Terni; Emanuele Bonifazi, 32enne di Pioraco (Macerata); Gabriele D’Angelo, 31enne di Penne (Pescara); Ilaria De Biase, 22enne di Chieti; Marinella Colangeli, 32enne di Farindola, Cecilia Martella e Linda Salzetta, 31enne del posto, salvo il fratello Fabio. Luana Biferi, 30enne di Bisenti (Teramo) e Dame Faye, 30enne senegalese.
I 30 imputati tra amministratori e funzionari pubblici, oltre al gestore e al proprietario della struttura, erano accusati a vario titolo dei reati di disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni, falso, depistaggio e abusi edilizi.
In totale 150 anni di condanna erano stati richiesti per gli imputati, dai 12 anni all’ex Prefetto Provolo, agli undici anni e 4 mesi per il sindaco di Farindola Lacchetta ed il suo tecnico comunale Colangeli, ai 10 anni per i dirigenti della Provincia di Pescara D’Incecco e Di Blasio, e le altre pene a seguire.
Il verdetto arriva a sei anni dal disastro e a tre anni e mezzo dall’inizio del processo.
Caos in aula dopo la lettura della sentenza. Molti parenti hanno urlato e contestato la decisione del giudice che ha assolto 27 imputati su 30.
“Attenderemo le valutazioni della sentenza per valutare il ricorso all’Appello, Ciò che emerge chiaramente è che è stato cancellato il reato di disastro colposo” – dice il capo della Procura pescarese, Giuseppe Bellelli.