I consiglieri regionali di minoranza lamentano il mancato interessamento della Regione
“Appaiono del tutto incomprensibili le ragioni del mancato interessamento, come da noi più volte sollecitato sia in sedi istituzionali che nel presidio del lavoratori, della Regione Umbria rispetto alla vertenza Acque Minerali Italiane (AMI) che sta interessando da mesi gli stabilimenti di Sangemini e Amerino”. E’ quanto sostengono i consiglieri regionali Pd, Fabio Paparelli e Tommaso Bori, che annunciano di aver presentato “una nuova interrogazione urgente, dopo aver già portato il tema in Aula”. Nell’atto ispettivo i consiglieri di opposizione chiedono a Palazzo Donini “quali azioni si intendono intraprendere a difesa dei lavoratori e per difendere il futuro produttivo dell’impresa”.
“In particolare – spiegano Paparelli e Bori – il paradossale aggravarsi della crisi aziendale, proprio in un momento florido per il mercato delle acqua in bottiglia, non consente di perdere altro tempo, e, pertanto, invitiamo con la massima urgenza a richiamare, formalmente e pubblicamente, i titolari dell’impresa al rispetto dell’accordo sottoscritto con la stessa Regione nel 2015, che vedeva applicato un costo di approvvigionamento delle acque tra i più bassi d’Italia, sulla base di una intesa che puntava a privilegiare e la tenuta occupazionale e la ripresa produttiva”.
“Le stesse concessioni – ricordano Fabio Paparelli e Tommaso Bori – erano vincolate al rispetto dei contenuti della stessa convenzione, avente peraltro un valore di obbligazione contrattuale, i cui adempimenti sono adesso notevolmente a rischio, anche in virtù della procedura di concordato in itinere presso il Tribunale di Milano, sul cui esito vi è ancora molta incertezza. A distanza di tre mesi dall’inizio della crisi – sostengono i due consiglieri dem – i dipendenti degli stabilimenti di Sangemini e Amerino risultano essere ancora più in difficoltà”. Paparelli e Bori si uniscono “all’appello delle forze sociali e sindacali, per chiedere certezze e un impegno concreto delle istituzioni regionali, che non può certo esaurirsi con provvedimenti come la cassa integrazione, che rischiano di penalizzare ulteriormente la condizione economica e sociale dei lavoratori, oltre a non soddisfare la domanda di un settore che, con l’emergenza sanitaria in corso e l’isolamento domestico, fa registrare una crescita stimata di più del 20 percento rispetto allo scorso anno”.
“Tenuto conto – concludono i consiglieri Pd – della disponibilità accordata dal ministero dello Sviluppo Economico ad affrontare la vertenza del Gruppo Ami su un tavolo Nazionale, ora tocca alla Regione Umbria mettere in campo tutte le soluzioni utili ad una celere ripresa della produzione e delle acque minerali Sangemini e Amerino, così da vederle tornare al più presto sugli scaffali di tutti i supermercati di tutta Italia”.